Frederick Winslow Taylor è noto per la teoria del management da lui presentata nel libro “L’organizzazione scientifica del lavoro” del 1911.
Taylor considerava i lavoratori come ingranaggi di un enorme macchinario e riteneva che solo ottimizzando ogni movimento di ciascuno di loro, controllando ogni minuto del lavoro si potesse massimizzare l’efficienza e l’arricchimento dell’impresa. Nel 1936 il grande Chaplin (immagine di copertina) rappresenta in modo magnifico la grande macchina tailorista.
Il suo modello fu rapidamente e fu molto efficace sulle catene di montaggio in un’epoca in cui la maggior parte dei lavoratori erano analfabeti.
La cosa preoccupante è che, pur essendo passati oltre 100 anni, ci sono ancora imprenditori e dirigenti che utilizzano questo modello di gestione. Taylor sosteneva che i manager devono dare priorità alle prestazioni e all’efficienza rispetto al benessere umano, evidentemente, chi ritiene che questa modalità di gestione sia valida non sa che il mondo è cambiato e anche le persone sono cambiate.
Perché è pericolosa questa visione del lavoro?
Innanzitutto si tratta di un modello di produttività disumanizzante, che dà priorità solo ai risultati numerici e di funzionalità disinteressandosi del benessere umano. La gestione è basata su una gerarchia rigida nella quale i lavoratori sono considerati solo dei subordinati ritenuti per natura pigri, che fanno il meno possibile se non supervisionati costantemente. Secondo le teorie di Taylor l’uomo è per natura pigro e cerca di svolgere il suo lavoro il più lentamente possibile, facendo credere di dare il meglio di sé mentre resta molto al di sotto di quanto possa produrre.
In poche parole, sfaticati improduttivi ruba stipendio.
I modelli di valutazione utilizzati per misurare le prestazioni sono legati soltanto a parametri quantitativi, il sistema di gestione delle risorse umane utilizzato fa credere che esistono leaders, mentre esistono solo severi quanto stupidi controllori telecomandati allocati nei vari reparti e gruppi di lavoro.
La leadership non ha nulla a che fare con la vigilanza!
Lo sviluppo del talento individuale è soppresso, stanchezza, ansia e burnout prolificano riducendo la produttività, i collaboratori perdono ogni motivazione, il turn over cresce.
Ciò che molti ottusi dirigenti non capiscono, è che quando si tratta di esseri umani efficienza e produttività sono influenzate da variabili come lo stile di leadership, la cultura, l’ambiente, la salute e il benessere delle persone.
La mancanza di considerazione per il benessere dei lavoratori porta all’esaurimento fisico ed emotivo e alla continua perdita di impegno, questa disumanizzazione genera la disconnessione delle persone dal lavoro e tra loro, che a sua volta genera perdita di impegno e produttività.
Il modello taylorista ha lasciato un’impronta tossica in molte organizzazioni attuali che considerano i collaboratori come ingranaggi di un magnifico apparato, ma è un sistema dannoso per persone e imprese.
E’ urgente porre fine a questa mentalità tossica e degenerativa.
Per farlo si deve promuovere una leadership umana, bisogna aiutare gli aspiranti leader a comprendere l’impatto che ha non farlo. Occorre aumentare la consapevolezza sull’importanza del contributo individuale sensibilizzando tutti sulle responsabilità e l’impatto del loro contributo o della mancanza di contributo ai risultati nel lavoro e nella società.
Una cultura che garantisce il benessere delle persone è sempre vincente la sostenibilità dell’impresa è direttamente correlata alla capacità di ciascuna organizzazione di formare nuovi leaders.
Se sei a capo di un’azienda o delle risorse umane e vuoi contribuire a questa trasformazione culturale ti suggerisco di investire nella formazione per i tuoi dirigenti, nella formazione che le persone richiedono oggi e di cui la tua azienda ha bisogno.
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