GAETANO RANIERI SYNERGICAMENTE

CHE FINE HA FATTO IL PENSIERO CRITICO?

Marzo 12, 2024
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Marzo 12, 2024 Gaetano Ranieri

Il pensiero critico è quella abilità che ci permette di fermarci e porci delle domande su quello che accade dentro di noi ed intorno a noi per comprenderlo meglio, è il reale utilizzo del dubbio, la capacità di mettere in discussione ciò che ci viene dato come certo. Il pensiero critico stimola una positiva diffidenza e ci porta a verificare l’attendibilità di ciò che ci viene detto, permettendoci così di formulare le nostre idee rispetto a quanto osserviamo, di ripartire gli oggetti di pensiero in ricevibili e non ricevibili.

Molti sono convinti che il pensiero critico si sviluppi attraverso lo studio e la cultura per la convezione logica che più sappiamo più conoscenze possediamo, in realtà questi due fattori ci permettono di utilizzarlo, ma prima dobbiamo decidere di farlo.

Altri ritengono che sia un atteggiamento di sospetto nei confronti di ciò che ci viene detto e questo è in parte vero, il pensiero critico porta ad essere sospettosi prima di tutto nei confronti dello stesso pensiero e del modo in cui pensiamo, ci spinge verso profonde riflessioni.

L’unica certezza è che crediamo di sapere cos’è, ma se cerchiamo di spiegarlo farfugliamo, le nostre parole si aggrovigliano tra loro e ci rendiamo conto che ne abbiamo un’idea poco chiara. C’è il caos sulla sua essenza, su ciò che è realmente e questo disordine si riflette sulla comprensione di ciò che ci manca davvero, rendendo difficile identificarne le motivazioni.

Andiamo dritti al punto, viviamo in un’epoca in cui siamo spesso indotti ed a volte “obbligati” a pensare in modo collettivo. Comprendere, criticare, formulare idee diverse da quelle più diffuse non è gradito.

Esercitare il pensiero critico disturba perché esprimendo idee e pensieri in contrasto al pensiero unico mettiamo gli altri in difficoltà. Ponendoli davanti ad una realtà diversa dalla loro li costringiamo a mettersi in discussione, a pensare in modo diverso e sforzarsi di conoscere diverse verità, ma le persone non vogliono farlo perché è faticoso e a volte anche doloroso.

Esprimere un pensiero alternativo è diventato pericoloso perché se lo facciamo, soprattutto nel terreno insidioso delle bacheche della rete, il rischio di essere messi alla gogna ed esposti al pubblico ludibrio è molto elevato e noi non vogliamo farci deridere da amici sconosciuti.

Oggi si parla tanto della mancanza di pensiero critico e si sostiene l’esigenza di farlo emergere, ma solo a parole perché nei fatti lo si accusa di imporsi abusivamente come pensiero antagonista.

Vige l’intolleranza verso il pensiero critico, considerato un ostacolo alle decisioni. Quante volte veniamo ammoniti dall’esercitare il pensiero critico, quante volte una idea alternativa diventa negazionista e come reagiamo dopo uno, due, tre e altri innumerevoli rimproveri? Un distorto istinto di sopravvivenza ci porta a smettere di farlo, pensiamo che forse è meglio tenersi le proprie idee, che non vale la pena scontrarsi perché tanto cosa ce ne viene, cosa cambia anche se lo facciamo.

La conseguenza è che smettiamo di usare questa dote naturale per una forma di akrasìa, la nostra volontà è indebolita e restiamo inerti. Dovremmo allenare e stimolare il pensiero critico invece lo perdiamo a causa di una cattiva educazione, del contesto sociale, della politica di oggi devastata e devastante, dell’eccessivo uso ed abuso delle tecnologie digitali, tendenza quest’ultima che porta all’illusione della conoscenza.

Tutto questo porta ad adeguarci ad un pensiero unico, utile per amplificare i divari intellettuali, culturali, sociali ed economici. Questo è uno dei motivi per cui troviamo da una parte masse culturalmente impoverite, appiattite ed insofferenti, dall’altra èlites culturalmente evolute e adagiate, quelle che nell’immaginario collettivo dovevano guidarci, ma hanno fallito.

Stiamo perdendo la capacità di pensiero critico perchè molte persone preferiscono vivere semi anestetizzati, piacevolmente insensibili in un mondo ovattato, in una bolla di mediocrità assoluta dove non serve sforzarsi di pensare, ragionare, lottare in ciò a cui un tempo credevano.

Le persone mediocri sono pericoli ambulanti, soggetti sopraffatti da indole conformista, qualunquista, invidiosi e tendenti all’analfabetismo funzionale. Una sottospecie di persona per la quale realtà e finzione, vero e falso sono indistinguibili.

Il pensiero critico è messo da parte perché tanti hanno deciso di smettere di pensare per vivere una vita più facile, apparentemente serena adulcorata da finti agi, nuove forme di metadone.

La capacità di pensiero critico verso i poteri costituiti ha difeso persone da sistemi oppressivi, nelle scienze ha generato scoperte eccezionali, ha prodotto cambiamenti superbi in ogni ambito avviando profonde metamorfosi che hanno lo hanno portato ad essere sempre più forte e pervasivo, oggi pare sia quasi del tutto assente.

Stiamo buttando via giorno dopo giorno pezzi importanti di questo tesoro, eppure senza il pensiero critico siamo finiti.

E’ tempo di riappropiarcene ed aiutare gli altri a fare altrettanto.